I Pensieri del Parroco: Il Gioco della Dama
In uno dei giorni di Hannukà, rabbi Nahum, figlio del rabbi di Ruzim, entro all’improvviso nella Yeshivàa e trovò gli studenti che giocavano a dama, com’è uso in quei giorni. Quando videro entrare lo ziddik si confusero e smisero di giocare, ma questi scosse benevolmente la testa e chiese: ‘Ma conoscete le leggi del gioco della dama?’ E siccome essi non aprivano bocca per la vergogna, si rispose da sé: ‘Vi dirò io le regole del gioco della dama: primo: non è permesso fare due passi alla volta; secondo: è permesso solo andare avanti e non tornare indietro; terzo: quando si è arrivati in alto si può andare dove si vuole.’ Gioco ogni tanto a dama, pur non essendo un campione, e mai avrei pensato di poter trovare insegnamenti da questo gioco. Ma le parole di Rabbi Nahum, in questo racconto ‘Chassidim’ mi hanno suggerito la possibilità di ricavare insegnamenti saggi comparando per analogia quelle regole alle regole della vita, e in particolare della vita spirituale. ‘Non è ammesso fare due passi alla volta’ come a dire bisogna esercitare una prudenza che fa scegliere quello che è possibile, un discernimento per cui si valuta concretamente ciò che può far progredire. Anche Gesù dice che è necessario avere il medesimo discernimento come ci ricorda l’evangelista Luca (14,28-32) Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento? 29 Per evitare che, se getta le fondamenta e non può finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: 30Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro. 31Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? 32Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda un’ambasceria per la pace. ‘E’ permesso solo andare avanti e non tornare indietro’, guai ad essere indecisi o poco perseveranti. Sempre Luca in un contesto simile al passo citato prima sulle esigenze della sequela, riferisce ciò che Gesù dice ad un anonimo interlocutore (9,62): «Nessuno che ha messo mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio». ‘Quando si è giunti in alto si può andare dove si vuole’, certamente il cammino non è mai concluso ma al raggiungimento di una certa maturità sia umana che spirituale tutto può aiutare. Tutto può essere di aiuto come ci ricorda sempre Gesù (Marco 16,15-18): In quel tempo, apparendo agli Undici, Gesù disse loro: “Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti, e se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno Aggiungo che queste leggi non sono un invito al moralismo e al volontarismo ma alla costanza consapevoli che il cammino si compie solo con la partecipazione e il sostegno dello Spirito e della Grazia. C’è una grande santa che ci ricorda questo: S. Teresa di Gesù bambino che ci insegna la via della fiducia e dell’amore: ‘Qualche volta, quando leggo certi trattati spirituali nei quali la perfezione viene rappresentata attraverso tante intricate difficoltà, il mio povero piccolo spirito non tarda a stancarsi. Chiudo il libro dei sapienti che manda in pezzi la mia testa e dissecca il mio cuore, e prendo in mano la Sacra Scrittura. Allora tutto mi diventa luminoso, una sola parola dischiude alla mia anima orizzonti infiniti e la perfezione mi sembra facile: vedo che basta riconoscere il proprio nulla e abbandonarsi come un bambino nelle braccia del buon Dio’. E ancora ‘L’ascensore che deve innalzarmi fino al cielo sono le vostre braccia, Gesù! Per questo non ho bisogno di crescere. Al contrario bisogna che resti piccola, che lo divenga sempre più.’
E allora buona partita a dama.