L’uomo spirituale
San Paolo nella lettera ai Corinti, che leggiamo come epistola nella liturgia di oggi, ci dice che il cristiano ‘maturo’ è l’uomo spirituale contrapposto all’uomo psichico. I discepoli di Gesù diventano ‘spirituali’ non per una semplice sintonia o comunanza di pensieri col Maestro; non per una vita e delle esperienze fatte insieme, così si rimane a livello psichico, cioè umano, caratteriale. E come dice Paolo l’uomo psichico non ‘recepisce le cose dello Spirito di Dio, esse sono follia per lui.’ Il dono che lo Spirito concede non è solo l’oggetto della conoscenza ma anche la possibilità che ciascuno possa passare dalla condizione psichica, cioè dalla comprensione umana, sentimentale, alla comprensione secondo lo Spirito, cioè l’animo, l’intelligenza che si apre all’azione dello Spirito Santo. Perché ciò che agisce in noi è Dio medesimo nella persona dello Spirito Santo. Troppo poco immaginare che la maturità cristiana sia un convincimento, troppo poco pensare che sia condivisione di vita, anche; ma soprattutto è conoscenza di Dio attraverso lo Spirito che agisce in noi.
Qualche giorno fa è morto a Rho, dove si era ritirato dopo la rinuncia alla sede vescovile di Novara, mons. Renato Corti, vescovo nominato dal papa Francesco cardinale. Ottantaquattro anni passati, ha detto il papa ricordandolo ‘servendo il Signore e la sua Chiesa con dedizione esemplare e delicatezza d’animo’. Lo voglio ricordare come uomo ‘spirituale’, non disincarnato dalle cose del mondo ma animato dallo Spirito di Gesù. Lo voglio ricordare perché a Lui devo molto. Mi ha accolto come rettore in seminario i primi due anni di teologia trascorsi nel seminario di Saronno (c’era ancora), e mi ha accompagnato giovane prete, da vicario generale della diocesi sotto il cardinale Martini prima di essere eletto vescovo di Novara nel 1990. Anche la nostra comunità l’ha incontrato in un ritiro fatto a Rho presso il collegio dei padri insieme alla comunità di Romano Banco. Ma mi ricordo che non era stato molto apprezzato. Forse troppo breve l’incontro. Peccato! Di uomini ‘spirituali’ ormai ce ne sono pochi e sarebbe bello frequentarli e conoscerli di più.
A Lui devo la conoscenza di figure significative della spiritualità cristiana sulle quali basava tutta la proposta educativa dei primi anni di teologia; Charles de Foucauld, Santa Teresina di Lisieux e Madeleine Delbrel. Uomo ascetico ma di grande sensibilità e finezza spirituale, sapeva parlare ‘cuore a cuore’, così come recita il suo motto episcopale ‘cor ad cor loquitur’ lo stesso del santo cardinale John Henry Newnam. Quando ero coadiutore ad Agrate, mia prima destinazione, lo invitai a parlare ai giovani nel mese missionario perchè sapevo che ci teneva molto e li raccontò che da giovane prete chiese al cardinale Giovanni Colombo di poter partire come fidei donum per una destinazione missionaria. Il cardinale l’aveva guardato un attimo in silenzio e poi aveva aggiunto “sei troppo magro”. Allora Mons. Renato mi guardò e disse ai giovani presenti: ‘Per don Maurizio la motivazione è opposta’. Ero anche allora un pò abbondante ….